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L'«Istruzione al principe [Paideia basilikè]» era stata pensata come un manuale di morale e di politica per il giovane principe Costantino, figlio del basileus Michele VII Dukas e di Maria d'Alania. In questo opuscolo l'autore concentra la sua attenzione sulle virtù basilari che devono essere possedute dal principe. Egli invita il discepolo a riflettere sul ruolo di personaggio pubblico e a considerare i riflessi negativi sulla sua gente di una eventuale condotta non corretta da parte sua. Al giovane viene sempre ricordato che il vero banco di prova per lui saranno le sue qualità e non come lo fa apparire la veste regale che indossa. A brillare non deve essere l'abito ma le virtù. Perciò a renderlo distinto saranno le qualità morali in suo possesso (la temperanza, l'equilibrio, la misura), non tanto i beni materiali che potrà esibire per il rango che egli occupa. Nel reggere lo stato l'immagine che gli viene costantemente proposta è quella cristiana della misericordia. Il principe deve distinguersi non per la crudeltà ma per la clemenza. Il ricorso alla punizione deve avvenire solo in situazioni eccezionali, mentre sono enfatizzate in particolare le doti di indulgenza e di accondiscendenza. Il principe dovrà brillare soprattutto per la luce che diffondono le sue buone azioni, perciò la fiaccola che lo precede nel corteo regale avrà il significato «di rischiarare e niente affatto di bruciare».